Vado dal farmacista per comprare la nuova medicina. Stanca, piena di crampi, preoccupata di chiudere la casa per il weekend, di prendere il treno, di ricordare cosa fare settimana prossima... Mentre aspetto il mio turno, entra una signora con un bellissimo bracco, bianco con macchie rossicce. Ricordo che forse l'ho vista entrare nel portone accanto al mio. Conoscere i vicini è sempre una buona cosa, e i cani sono un ottimo argomento di conversazione. Così comincio a fare complimenti al cane, che puntualmente accetta le carezze e mi lecca la mano. Non so se dire "bello" o "bella" (troppo pelo), così mi rivolgo alla signora con l'intenzione di chiedere se è maschio o femmina. Quello che ne esce è: "Cane o gatto?" Ed era un maschio di nome Ulisse, perché scappa sempre. I miei genitori, invece, dovevano chiamarmi "Tonta". | I go to the apothecary to buy the new med. Tired, full of cramps, worried about closing the house for the weekend, catching the train, remembering what to do next week... As I wait for my turn, a lady comes in with a lovely hunting dog, red-brown and white. I remember I may have seen her entering next door from me. It's always good to know the neighbours, and dogs are a great conversation starter. So I start saying nice things to the dog, who punctually accepts pats and licks my hand. I don't know whether to say "nice boy" or "nice girl" (too much fur), so I address the lady, meaning to enquire about the dog's gender. What comes out is: "Is it a cat or a dog?" And it was a boy dog named Ulysses because he always runs away. My parents, instead, should have called me "Dummy". |