lunedì, giugno 28, 2004

SIRIUS A HARRY

Come sempre, Harry, sei più maturo di me, e si dà il caso che i miei sentimenti oggi siano esattamente opposti a quelli di stanotte - non c'è male, vero? Ragazzi, questa volta sono pesantemente fuori di testa. Allora, io non conto nulla. La sola cosa che mi importi nella vita siete tu, Remus, Nymphadora, la mia "famiglia". Dovrei farmi una mia vita, ma non ne ho voglia, o non ne ho il coraggio. Ho appena avuto l'alibi perfetto - tanto poi si muore, quindi che senso ha vivere? Molto meglio vivere attraverso qualcun altro.

Però non è giusto. Io credevo che le cose che facevo con gli amici fossero positive per me stesso e per il mondo. Eppure qualcosa non va, perché dovunque io vada lascio il deserto nucleare. Allora mi dico che forse hai ragione, Harry, quando dici che devo limitarmi a cose piccole. Perché tutti i casini che ho combinato negli ultimi tempi, e ne ho combinati tanti, li ho combinati quando tentavo di "giocare". Ogni singola volta - e anche prima della recente catastrofe personale.

Anni fa mi è successo per la prima volta di arrabbiarmi al punto da stare male, e senza alcuna mia colpa. Ridete, se volete, ma mi ero messo a seguire soap operas babbane. Che visione, eh? Ci sarebbe da fare un disegno! Da quello scemo che sono, facevo il tifo per un personaggio. Altri me lo distrussero gratuitamente fino a ridurmi a lasciar perdere, e io non sono il tipo che lascia perdere facilmente, quindi questo può spiegare il livello di ostilità che ho ricevuto. Non dico che quella sia stata la causa, ma è stata la prima volta che ho provato quella rabbia al calor bianco. Lì avevo ragione a sentirmi minacciato. In casi successivi, dipende. Non pretendo mai di avere ragione, che le cose in cui credo siano giuste. Ma in me scatta la reazione di difesa, "lancia la granata e buttati nella buca", quando l'interlocutore automaticamente assume che siano sbagliate e che nessun altro possa pensarla diversamente fino al punto da sentirsene ferito. Questa non è libertà di opinione. E' fregarsene dei sentimenti altrui. C'è modo e modo per esprimere le proprie opinioni. Se a quelle persone non piaceva quel personaggio, potevano ignorarlo.

Ed è successo ogni volta che ho cercato di entusiasmarmi per "giochi" che non mi interessavano più, anche quando mi convincevo che erano comunque cose importanti, utili a migliorare quel piccolo angolo di mondo che mi riguarda. Ho avuto una soddisfazione fantastica in proposito, questa primavera, un progetto che è andato così bene da superare tutte le aspettative. Per un attimo, sembra che anch'io funzioni nel gruppo, nel gioco. Poi capita il casino, e io mi ritrovo di nuovo a scondinzolare per farmi perdonare e far vedere che tutto sommato sono un buon cane affettuoso, anche se attorno a me ci sono pozze di sangue e arti strappati e mucchietti di intestini. Cose che capitano, no? In fondo sono tanto simpatico... No. Non ce la faccio più a vivere nella tensione che ricapiti un'altra volta. Sono un ex-detenuto a cui vengono continuamente date nuove possibilità, ma fino a quando? Forse passerà e tornerò a "giocare" con serietà e serenità, ma in questo momento sta diventando angosciosissimo. Allora, come dici tu, Harry, meglio piccoli incontri solo per stare insieme con gli amici e non per "giocare", meglio concentrarmi sulle cose davvero serie.

Ah, ma ci credo che queste cose succedono nell'ambito del "gioco". Perché di cose serie io non ne ho. Quando c'è da stabilire un contatto importante, meglio che si svolga il più possibile a distanza, vero. E ultimamente non riesco a fare neppure quello. Non ho voglia. Ho paura. Ultimamente le due cose si confondono, rendendomi davvero difficile capire e agire in proposito.

Che fare, Harry? Come dici tu, tentare di ridurre certe cose e potenziarne altre? Dio, se solo avessi qualche certezza. Sì, lo so, dovrei averne. Tu, e Remus, che mi ha appena dato una benvenuta martellata in testa ma non per le ragioni per cui gliel'ho chiesta, e Dumbledore, e McGonagall... tutti.

Se solo fossi sempre sano come oggi.