domenica, giugno 27, 2004

DAL DIARIO DI SIRIUS BLACK

Non è un racconto. Forse lo diventerà.

Ne ho abbastanza, Remus. Ne ho abbastanza di essere sempre io il guastafeste, quello che non sa stare agli scherzi, quello che va su tutte le furie per un nonnulla. E che poi si chiude in soffitta mandando al diavolo tutti. Ne ho abbastanza di sentirmi dire che sono utile all'Ordine, e di crederlo anche, maledizione, crederlo, o non mi sarei offerto di restare in primo luogo!... e poi di essere il peggiore in campo, il più pericoloso, quello che si prende il cartellino rosso, che fa solo danni invece di aiutare. Basta, amico mio. Non voglio neanche sapere se qualcuno mi sta cercando. Basta sentirsi sempre minacciato, sempre colpevole. Basta.

E basta anche accusare il passato. Sì, i Dissenatori, Azkaban, la mia famiglia... Basta. Evidentemente è questo il mio carattere. Quando mi vedete allegro, amichevole, razionale, è una finzione o un caso. E io ne ho abbastanza di fingere. Oh, statemi pure vicini, se volete. Sappiate solo che potrei dar fuori di matto da un momento all'altro se mi prendete contro pelo, se dite una parola fuori posto. Perché evidentemente, io potrò anche averne abbastanza, ma è questo ciò che sono. Tanto vale accettarlo. Sono una bomba a orologeria senza un monitor su cui seguire lo scorrere dei secondi. Ah, ecco. Non avete più tanta voglia di starmi vicino, eh? Bene. Lasciatemi in pace.

Voglio mollare tutto. Tanto a che servo? Nell'Ordine faccio solo casino. Nella comunità magica non ho più niente da dire, neppure sugli argomenti che una volta mi appassionavano. Mi ero impegnato a fare qualcosa che avrebbe potuto essere utile, ma adesso è meglio che io lasci perdere, finché sono in tempo. Non mi farò mai più vedere né sentire. Per favore, Remus, in futuro, se dico che voglio intraprendere qualche attività sociale, dammi una botta in testa, OK? Subito. Prima che ci vada di mezzo qualcun altro. E prima che mi capiti qualcosa di brutto, se ogni volta che mi arrabbio vedo tutto bianco e mi ronzano le orecchie e... Ah, ma che idiota! Sto preoccupandomi della mia salute??? Dio, questa è la battuta del secolo.

E poi un raggio di sanità mentale si affaccia con le lacrime, un suono di speranza, una spiegazione razionale. E' la tua mano sulla spalla, Remus? O la voce gentile di Nymphadora? Forse ho le mie ragioni. Forse chiunque, prima o poi, ne ha abbastanza di vedere insultate le cose in cui crede. Forse ho buonissimi motivi per avere i nervi completamente a nudo. Forse devo solo stare calmo, aspettare che passi...

Già, ma aspettare fino a quando? Fino alla prossima volta? Anche se non è vero che questo è il mio carattere, è vero che lo è adesso. Andrà meglio in futuro. Forse. Ma fino ad allora, se riesco a mantenere questa decisione fino a domani... andrò avanti. Se ci riesco, lascerò tutte le realtà a cui non riesco ad appartenere serenamente. Mi spiace, Remus. Non è una fuga. Ho bisogno di riposo. Di ordine.

E' strano. Andare oltre il limite della rabbia e della disperazione... E' quasi come essere ubriaco; o forse come essere un pugile suonato. Le frasi mi si confondono davanti agli occhi, perdono di significato. Non si sta male. E il mio telefono ha una suoneria che mi piace molto, non uno squillo stridulo. E' rilassante, non sembra neanche che qualcuno mi stia cercando, è così bello lasciarla suonare, suonare, suonare...

Sirius Black